L’arcipelago vulcanico delle isole Eolie, situato al largo della costa settentrionale della Sicilia, rappresentano una delle meraviglie naturali più affascinanti del Mediterraneo: Lipari, Salina, Vulcano, Stromboli, Filicudi, Alicudi e Panarea, dal 2000 sono state dichiarate Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO grazie alla loro straordinaria importanza geologica. Sette isole dove all'incomparabile natura, spiagge, cale, grotte, insenature, faraglioni, si aggiungono la straordinaria varietà e ricchezza dei fondali marini con gli oltre settemila anni di storia geologica e vulcanologica. Colonizzate dai greci intorno al 580 a.c, pensavano fosse la dimora del dio dei venti (Eolo) e proprio qui nasce la Malvasia delle Lipari, il vino della memoria, il vino tramandato, il vino di famiglia.

Foto Salvo Ognibene

Appartenente al gruppo delle Malvasie, ha trovato nelle Eolie il suo habitat ideale tra suoli di origine vulcanica e sabbiosa che contengono le giuste sostanze per conferire al vino l’equilibrio necessario tra profumi, zuccheri e acidità, la Malvasia viene vinificata dolce, come vuole la tradizione, o secca che negli ultimi anni sta impegnando una larga parte dei produttori eoliani visto l’apprezzamento per questa versione moderna e identitaria. Coltivata principalmente a Lipari, Salina, Vulcano e in piccolissima parte Stromboli, ha avuto storicamente la massima espressione nella versione passita e solo recentemente è stata vinificata secca trovando la via della tavola.

Foto Salvo Ognibene

I vigneti si trovano dal livello del mare fino ad oltre i 400 metri di altitudine dove sono vengono allevati su caratteristici terrazzamenti contenuti da muretti a secco di pietra lavica. I suoli sono di origine vulcanica con prevalente frazione sabbiosa ed a permeabilità elevata, la piovosità media annua varia dai 500 ai 600 mm ed il clima dell’arcipelago è caratterizzato da una accentuata ventosità. L’isola di Salina è passata dai 25 ettari di vigneti dagli anni ‘90 ai quasi 100 ettari di oggi ed il primo a riprenderne la coltivazione fu Carlo Hauner negli anni ’70.
 Malvasia di Lipari per la quasi totalità e una piccolissima parte di Corinto nero (dal 5 all’8 %) sono le uve che danno vita a questo vino dolce il cui nome deriva, probabilmente, da un antico porto del Peloponneso colonia della Serenissima, chiamato Menemvasia o Monovaxia (cioè porto con una sola entrata): la sua produzione è caratterizzata da tecniche tradizionali che conferiscono al vino un carattere unico e inimitabile, rendendolo una prelibatezza ricercata da intenditori e appassionati di tutto il mondo.


Foto Salvo Ognibene

Di Malvasia delle Lipari se ne producono tre versioni: Passito, Liquorosa e Secca.

Malvasia delle Lipari versione dolce


Le uve, surmature, vengono raccolte a mano e lasciate appassire naturalmente al sole su graticci di listarelle di canne (canizzi) per 10-20 giorni: successivamente avviene la spremitura dei grappoli appassiti e l’inizio della fermentazione: questo metodo di appassimento insieme alle altre componenti del terroir delle Eolie, conferisce al vino una straordinaria dolcezza, una grande bevibilità ed il caratteristico bouquet aromatico. Oltre alla versione Passito, esistente anche la versione Liquorosa, fortificata con l’aggiunta di alcool di vino. Malvasia delle Lipari versione secca Una versione moderna di questo meraviglioso vino nato per contrastare il calo di consumo dei vini dolci e riscoprire una nuova era, elegante, raffinata e allo stesso tempo contemporanea, la versione secca della Malvasia delle Lipari nasce grazie alla sperimentazione e alla visione di Nino Caravaglio, Enrico Virgona e Salvatore D’Amico che per primi hanno dato vita a questo nuovo racconto enologico: un vino giocato sulla leggerezza e sulla freschezza che spesso si trova sotto l’egidia della denominazione IGT Salina e che può essere composto, in piccolissima parte, anche da altre varietà presenti sull’isola come Catarratto o Inzolia.

Malvasia delle Lipari versione secca

Una versione moderna di questo meraviglioso vino nato per contrastare il calo di consumo dei vini dolci e riscoprire una nuova era, elegante, raffinata e allo stesso tempo contemporanea, la versione secca della Malvasia delle Lipari nasce grazie alla sperimentazione e alla visione di Nino Caravaglio, Enrico Virgona e Salvatore D’Amico che per primi hanno dato vita a questo nuovo racconto enologico: un vino giocato sulla leggerezza e sulla freschezza che spesso si trova sotto l’egidia della denominazione IGT Salina e che può essere composto, in piccolissima parte, anche da altre varietà presenti sull’isola come Catarratto o Inzolia.

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